@article{Mossello_Simoni_2016, title={High blood pressure in older subjects with cognitive impairment}, volume={84}, url={https://www.monaldi-archives.org/macd/article/view/730}, DOI={10.4081/monaldi.2015.730}, abstractNote={<p>High blood pressure and cognitive impairment often coexist in old age, but their pathophysiological association is complex. Several longitudinal studies have shown that high blood pressure at midlife is a risk factor for cognitive impairment and dementia, although this association is much less clear in old age. The effect of blood pressure lowering in reducing the risk of dementia is only borderline significant in clinical trials of older subjects, partly due to the insufficient follow-up time. Conversely, dementia onset is associated with a decrease of blood pressure values, probably secondary to neurodegeneration. Prognostic effect of blood pressure values in cognitively impaired older subjects is still unclear, with aggressive blood pressure lowering being potentially harmful in this patients category. Brief cognitive screening, coupled with simple motor assessment, are warranted to identify frail older subjects who need a more cautious approach to antihypertensive treatment. Values obtained with ambulatory blood pressure monitoring seem more useful than clinical ones to predict the outcome of cognitively impaired older subjects. Future studies should identify the most appropriate blood pressure targets in older subjects with cognitive impairment. </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Ipertensione arteriosa e decadimento cognitivo spesso coesistono in età avanzata, sebbene la loro associazione sia complessa dal punto di vista fisiopatologico. Diversi studi longitudinali hanno mostrato che elevati valori pressori in età adulta rappresentano un fattore di rischio per decadimento cognitivo e demenza, sebbene tale associazione sia molto meno chiara in età avanzata. L’effetto della terapia antiipertensiva è risultato ai limiti della significatività statistica nel ridurre il rischio di demenza negli studi di intervento su soggetti anziani, in parte a causa della durata insufficiente del follow-up. D’altra parte, l’insorgenza di demenza è associata con una riduzione dei valori pressori, probabilmente secondaria alla neurodegenerazione. L’effetto prognostico dei valori pressori in anziani con decadimento cognitivo non è stato ancora chiarito, in presenza di un possibile effetto dannoso di un trattamento antiipertensivo aggressivo in questa categoria di pazienti. Un breve screening cognitivo, associato con una semplice valutazione motoria, è raccomandato per identificare gli anziani fragili, che necessitano di un approccio più cauto alla terapia antiipertensiva. I risultati del monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 ore sembrano più utili della misurazione clinica per predire la prognosi degli anziani cognitivamente compromessi. Studi futuri dovrebbero identificare gli obiettivi pressori più appropriati nel trattamento di anziani con decadimento cognitivo.</p>}, number={1-2}, journal={Monaldi Archives for Chest Disease}, author={Mossello, Enrico and Simoni, David}, year={2016}, month={Jun.} }